Ghelfi, Giordano, Lappezzata 5EL
‘’Dobbiamo essere tutti uguali: non tutti nati liberi e uguali, come dice la Costituzione, ma tutti resi uguali. Ogni uomo deve essere l’immagine degli altri, perché allora tutti sono felici.’’
Alla fine dell’Ottocento Gustave Le Bon disse che l’individuo all’interno della folla non è più libero di pensare, è sottomesso ad un pensiero e ad un’anima collettivi, agisce secondo istinti e passioni non generati dal suo essere irrazionale, bensì imposti dalla società.
Quella che viene venduta come una società di eque opportunità, si rivela essere il culmine della spersonalizzazione del singolo travolto da una massa che viene strumentalizzata a fini politici e spesso economici. Solo dopo un primo momento di ignoranza, l’individuo si rende conto della sua condizione e, nel tentativo di fuggire, arriva inconsciamente a compiere un vero e proprio suicidio sociale.
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