venerdì 13 dicembre 2019

Recensione "Le Città Invisibili"

"Le Città invisibili" di Italo Calvino è un'opera principalmente descrittiva che racconta in maniera inusuale diverse città, reali o meno, collegate tra loro da un sottile filo conduttore, che alle volte pare invisibile a un occhio poco attento, per cui potrebbe essere necessaria una seconda lettura. Sebbene esse siano suddivise in sottogruppi tematici, possono risultare un accumulo disordinato e sconnesso di luoghi astratti ed enigmatici. La descrizione misteriosa di questi paesaggi utopici e distopici è accompagnata solamente da stralci di dialoghi tra i due protagonisti, Marco Polo e l'imperatore Kublai Khan. Nel testo è evidente la struttura estremamente schematica e di difficile comprensione, caratterizzata dalla mancanza di una trama vera e propria. Siccome non è presente un inizio e una fine, non troviamo una conclusione definita, lasciando nel lettore fin troppi interrogativi aperti

giovedì 12 dicembre 2019

Saga - Le città e gli scambi

A Saga, grande città, le persone che passano per le vie non si capiscono.
Al vedersi immaginano mille cose le une delle altre.
Gli incontri che mai avverranno tra loro.
Alle 4 del pomeriggio la ragazza con le lunghe trecce bionde starà barcollando tenendosi al bancone del pub all'angolo mentre la giovane asiatica dai capelli neri, seduta per terra, starà versando il thè caldo in una tazza di ceramica.
L'una è a conoscenza dell'altra ma si ignorano, ignoranti del perché dei rispettivi movimenti.
Sono entrambe giunte a Saga da molto lontano, con un passato alle spalle che le ha spinte qui, luogo che unisce le persone senza unirne nessuna.
Non c'è una Saga universale, esistono tante piccole descrizioni della città nessuna però si riflette nella visione dell'altra.

Adima


Dopo giorni di cammino nel deserto, gli occhi stanchi del viandante scorgono in lontananza i vivaci colori della città di Adima, che al tramonto appare come un’oasi nel deserto per i passanti stremati. Tra le sue pittoresche vie si diffonde una dolce musica che accompagna le danze delle giovani fanciulle, le grida gioiose dei bambini riecheggiano per le strade decorate a festa e il profumo dei fiori appena colti si intreccia all’aroma stuzzicante delle spezie che guida fino al cuore della cittadina.
Ma sopraffatto dalla meraviglia e dalla stanchezza, il curioso ospite cade in un sonno profondo. Al suo risveglio la città sembra trasformata, nessuna musica si ode, le grida infantili sono diventate lamenti di dolore, le giovani danzatrici non sono altro che sfacciate meretrici, il pungente fetore che galleggia nell’aria non è altro che il pungente odore di oppio e l’atmosfera surreale della sera precedente ha lasciato spazio ad una realtà grigia e malata.

Sofia Lappezzata, Morgana Celli, Emma Giordano.

Moriana - Le città e gli occhi

Guadato il fiume, valicato il passo, l’uomo si trova di fronte tutt’a un tratto la città di Moriana, con le porte d’alabastro trasparenti alla luce del sole, le colonne di corallo che sostengono i frontoni incrostati di serpentina, le ville tutte di vetro come acquari dove nuotano le ombre delle danzatrici dalle squame argentate sotto i lampadari a forma di medusa. Se non è al suo primo viaggio l’uomo sa già che le città come questa hanno un rovescio: basta percorrere un semicerchio e si avrà in vista la faccia nascosta di Moriana, una distesa di lamiera arrugginita, tela di sacco, assi irte di chiodi, tubi neri di fuliggine, mucchi di barattoli, muri ciechi con scritte stinte, telai di sedie spagliate, corde buone solo per impiccarsi a un trave marcio.
Da una parte all’altra la città sembra continui in prospettiva moltiplicando il suo repertorio d’immagini: invece non ha spessore, consiste solo in un dritto e in un rovescio, come un foglio di carta, con una figura di qua e una di là, che non possono staccarsi né guardarsi.

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martedì 10 dicembre 2019

Yzma - Le città nascoste

Se volete credermi, bene. Ora dirò com’è fatta Yzma, la città-pozione. Yzma è suddivisa in 4 quartieri. Per godere dei privilegi di questi ricchi quartieri, gli abitanti giornalmente devono assumere una pozione legata ad un atteggiamento o ad un’emozione. Nel quartiere dell’Invidia puoi trovare cittadini affacciati alle finestre, che, costantemente, spiano i vicini per assicurarsi di possedere ancora il prato più verde. Anche il più piccolo torto subito non sarà mai dimenticato nel quartiere del Rancore. Tra gli abitanti del quartiere della Falsità vi è il doppio delle facce rispetto al numero di corpi.
Nel quartiere della Superbia vige l’anarchia, poiché chiunque è migliore di chiunque altro, e nessuno vuole sottostare a nessun altro. Infine nel quartiere della Rabbia, lo sguardo è velato di rosso, e il caos regna sovrano.
Osservando Yzma dall’alto, la città pare avvelenata da queste pozioni, che da una parte ne causano la rovina, ma dall’altra le sono necessarie.

Celeschi Alexandra
Colicchio Elisa
Costantini Tea
Muratori Sofia

Recensione "Le città invisibili" di Italo Calvino

Due modi ci sono per non soffrire. Il primo riesce facile a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa in mezzo all'inferno, non è l'inferno, e farlo durare, e dargli spazio.
Così Calvino conclude questo Atlante, questo campionario di città che paiono tanto lontane quanto più ci son vicine. Con questo susseguirsi di città, Calvino coglie l'opportunità di far riflettere su vari temi: memoria, desiderio, segni, morte e ignoto. Sebbene tutto ciò all'apparenza potrebbe sembrare distante e slegato, l'intento dell'autore in realtà è quello di tracciare un percorso che sarà seguito dal lettore, il quale trarrà liberamente le proprie conclusioni. L'obiettivo non condizionatore di Calvino è dimostrato dai differenti punti di vista che egli presenta, a volte anche opposti come si evince dalla conclusione del libro.

La città e la nascita

Una notte scivoli.

I due uomini chiudono le loro porte di casa al tempo stesso.
I due uomini sono forma e contorno come le due città, l’una l’opposto dell’altra e il raggio di luce riflesso specchia le due realtà nella stessa.
Mari di ombre intrecciano deserti di sguardi e parole non dette.
Campanelli vibrano al passaggio del terrore umano e la voce del vento, grida il suo dolore a chi non lo vuole ascoltare.
Ruvide strade, aspre strette di mano.
Stelle dello stesso cielo.
Nella fossa dei pensieri perduti giace l’esistenza tradita dalla sua essenza.
Mera illusione dell’uomo...

Giulia Bedetti
Sabina Mancini
Nicole Barnham
Giulia Biagini

Recensione ''Le città invisibili''

Il libro ''Le città invisibili'' può essere interpretato in diversi modi, a seconda della chiave di lettura che si utilizza. È un libro che richiede tempo e concentrazione se si desidera andare oltre la descrizione superficiale e trovare collegamenti con la realtà. A nostro parere ogni città, se pur descritta in maniera fantasiosa, contiene spunti di riflessione utili alla vita quotidiana. Alcuni dei temi trattati sono: il consumismo, il rimpianto del passato, il desiderio, la ricerca, la visone distorta della realtà e la sensazione di insoddisfazione dell'uomo. Quest'ultimo tema si può ritrovare nella descrizione della città di Eutropia (libro IV, le città e gli scambi), in cui gli uomini cambiano continuamente vita, mestiere e compagni e si accontentano di una felicità che si rivela effimera. Per concludere è importante sottolineare l'attualità dei temi riportati dall'autore, perché, nonostante il libro non sia recente, essi si rispecchiano nella vita quotidiana.

Recensione "Le città invisibili"

Nel libro Città Invisibili di Italo Calvino possiamo trovare innumerevoli descrizioni di città che sono frutto dell’immaginazione dell’autore.
Le città descritte sono state raggruppate in base alle caratteristiche che le definiscono e possono rispecchiare più o meno la realtà.
Chi ha intenzione di cimentarsi nella lettura di questo libro deve essere a conoscenza del fatto che non troverà una vera e propria trama, né una storia raccontata in ordine cronologico o con riferimenti temporali, ma bensì incontrerà descrizioni più o meno brevi senza un’apparente connessione tra di esse.
Secondo il nostro parere, Le Città Invisibili è un libro abbastanza impegnativo (anche se può non sembrare) e perciò necessita di un livello di concentrazione abbastanza elevato; è normale non riuscire a cogliere al meglio ogni aspetto del libro alla prima lettura, quindi ne consigliamo una seconda, se necessaria.
Se siete quindi alla ricerca di una lettura facile e scorrevole, con una trama definita e comprensibile, questo libro potrebbe non fare al caso vostro.
Nonostante ciò, consigliamo di provare questa lettura, anche se difficile, per intraprendere una nuova esperienza.

Dumitrita Antoci
Annamaria Roversi 3G

Recensione de "Le città invisibili"

Le città invisibili è un romanzo di Italo Calvino, il suo libro più appartato e sfaccettato.
Sono città fittizie e spesso utopiche, raramente distopiche.
Tali città possono essere considerate le vere protagoniste, poichè i loro nomi sono presi da reali nomi propri femminili e sono descritte dettagliatamente, quasi trascurando le figure di Marco Polo e Kublai Kan.
Il libro non è legato da un filo di trama, ciò rende la lettura piuttosto complessa e le vicende prive di intrecci.
La lettura può essere consigliata a un pubblico di lettori che apprezzano particolarmente descrizioni dettagliate di luoghi fantastici e utopici. Il racconto è diversamente interpretabile a seconda del punto di vista del lettore.



Recensione de "Le città invisibili" di Italo Calvino

Le città invisibili di Italo Calvino è un romanzo che dà ampio spazio all' immaginazione e che dà al lettore la possibilità di non seguire un ordine prestabilito di lettura.
Il racconto si sviluppa intorno agli incontri ricorrenti tra Marco Polo e Kublai Khan nel giardino di quest’ ultimo. Durante queste serate Marco Polo intrattiene il Khan con i suoi racconti sulle città dell’impero. Queste città sono raccontate dal punto di vista di Marco Polo che le interpreta e descrive in base alla persona che lo sta ascoltando. Si concentra su elementi specifici e nascosti che riescono però a restituirci ogni città nella propria interezza.
La lettura può essere a punti complicata e richiede sicuramente un certo livello di attenzione e capacità di comprensione, è pero comunque piacevole e interessante.
Consiglieremmo questo libro alle persone a cui piacciono le descrizioni e a cui piace perdersi nella loro immaginazione.

Ayka - Le città e il desiderio

Di là, dopo sei giorni e sette notti, l’uomo arriva ad Ayka, città dove il sole è perennemente nascosto da una torre dall’altezza smisurata. 
Questo si racconta della fondazione della città in cui l’uomo ottiene solo quello che un altro uomo desidera: due regine, un tempo in conflitto per il dominio del regno accanto, vengono sorprese dall’arrivo di una giovane donna, che si impossessa dell’oggetto del desiderio, causa della loro rivalità. Il regno tanto bramato viene affidato a quest’ultima. 
Da questo momento in poi, ai cittadini di Ayka viene sottratto il principale oggetto del loro desiderio ed assegnato a un forestiero, il quale a sua volta viene privato del suo.
Diventa così un circolo vizioso. Il singolo non è più spinto verso il raggiungimento dei suoi obiettivi, ma mosso dall’invidia, si lascia trasportare dalla volontà di recuperare ciò che ha perso. 

Classe VCL 
Carlotta Marra, Marisol Serafini, Beatrice Pintabona.

Demetra - Le città e gli occhi

Gli antichi costruirono Demetra su una spoglia lastra d’argento delimitata da ricche trame di rilievi dorati, mentre dalle dense nubi sovrastanti pendono innumerevoli specchi dalle forme più disparate. Così il viaggiatore vede arrivando infinite città: uno sconfinato caleidoscopio in cui mille Demetre si vedono riflesse. Non esiste o avviene una cosa nell’una Demetra che nelle altre non si ripeta, poiché la città venne costruita in modo che ogni suo punto si corrispondesse ad un altro, ma al contempo fosse assolutamente distinguibile attraverso sottili e impercettibili particolari.
Gli abitanti di Demetra sono consapevoli di appartenere a solo una delle tante frammentate pseudodimensioni di quella offuscata realtà. Non importa quanto amore o odio intercorra tra i cittadini di Demetra: non vi è azione, dalla più palese e trasparente alla più celata e nascosta, che non appaia in quella molteplicità di realtà cosmiche gemelle, come in un interminabile gioco di furtivi sguardi onnipresenti. Le numerose città vivono le une per le altre, guardandosi negli occhi di continuo.


Camilla Muccioli, Sofia Bacchini, Giorgia Raffaelli, Martina Neri, Eleonora Pergola (5B)

mercoledì 4 dicembre 2019

Welcome!

Benvenuti nel blog del progetto “fREADom – Club del libro”.

Il progetto consiste in una serie di incontri presso la biblioteca del Liceo Linguistico in orario pomeridiano (14-16) per la discussione e scambio di idee scaturite dalla lettura dei testi in programma, afferenti al seguente tema: Dove non siamo ancora stati: utopie, distopie, sogni.

Gli alunni partecipanti assisteranno a un totale di cinque incontri, facenti capo alle materie di italiano, le tre lingue studiate e filosofia. Sono previsti appuntamenti a cadenza mensile e che si svolgeranno secondo il seguente calendario (soggetto a variazioni dovute ad eventuali impegni scolastici non ancora stabiliti per docenti e/o studenti):

Quasi tutte le opere scelte sono disponibili online in versione PDF; cliccando sul titolo si accede direttamente al file.
Ai partecipanti verrà richiesto di scrivere una breve recensione (in italiano e in lingua) dei testi letti, da pubblicare sul blog.

BUONA LETTURA!